del Gruppo EveryOne
Pesaro, 7 marzo 2009. Il Gruppo EveryOne e le associazioni per i diritti umani di Pesaro e delle Marche chiedono a tutte le personalità politiche di Pesaro, al di là del loro schieramento, di stigmatizzare la spaventosa sequenza di violazioni dei diritti fondamentali che ha colpito la comunità Rom che viveva a Pesaro e che è stata costretta a una drammatica diaspora da una recente operazione della forza pubblica. Gli ideali di democrazia, civiltà e antirazzismo sono alla base della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: qualsiasi abuso, che ponga esseri umani in condizioni drastiche di esclusione, persecuzione e discriminazione deve essere condannato da tutti.
Noi ci auguriamo di poter contribuire, con la nostra esperienza internazionale nel campo dei Diritti Umani, a una Pesaro che possa essere orgogliosa del proprio grado di civiltà e sosterremo pubblicamente con tutte le nostre energie coloro che intendono ricondurre la città sulla strada dei valori civili e umanitari, lontano da seduzioni xenofobe, intolleranti e razziste. Non a caso, incontreremo prossimamente sia i principali esponenti della Sinistra europea, sia uomini che, pur appartenendo a un'altra tradizione politica, non rinunciano a tali valori fondamentali.
Il prossimo 23 marzo avremo un rendez-vous a Roma con il Presidente della Camera, che è preoccupato per l'affermarsi in Italia di ideologie intolleranti. Gli stringeremo la mano senza pregiudizi: l'antirazzismo è un valore più alto di qualsiasi "colore" o fazione. Qui di seguito, il nostro più recente comunicato stampa. Oggi nel pomeriggio, alcuni di noi saranno in piazza del Popolo, per manifestare accanto ai giovani il nostro dissenso verso alcuni dei contenuti del decreto sulla sicurezza. Saremmo lieti di incontrare autorità e politici pesaresi in linea con i principi della democrazia e del rispetto dei diritti dei popoli.
Gruppo EveryOne
COMUNICATO STAMPA
7 marzo 2009
AZIONE DI POLIZIA VERSO I ROM DI PESARO:
DOPO RAPPORTO 'GRUPPO EVERYONE', BERNARDINI PRESENTA DUE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
La deputata Radicali/PD Rita Bernardini, dopo aver raccolto la testimonianze del Gruppo EveryOne e di altre associazioni per i Diritti Umani delle Marche, ha depositato due interrogazioni al ministro dell'Interno Maroni, di cui una anche al ministro delle Politiche Sociali Sacconi, in cui si stigmatizza con fermezza un documento con disposizioni in materia di sicurezza emesso per i cittadini dalla Questura di Pesaro e Urbino – Ufficio Poliziotto di Quartiere (in cui si chiede di segnalare al 112 o al 113 “qualsiasi presenza anomala che possa aggirarsi per le strade del quartiere, ad esempio nomadi […]”), e si riferiscono ai Ministri i gravi fatti accaduti a Pesaro lo scorso 25 febbraio, quando la locale comunità Rom di circa 30 persone – “tra cui vittime di pesanti aggressioni e agguati razzisti, pazienti cardiopatici e oncologici dell’ospedale San Salvatore, molte donne e 9 minori, compreso un bimbo di pochi mesi” – è stata oggetto di un'azione di Polizia atta a notificare una denuncia per invasione di stabile privato, con ordine di prossimo sgombero (senza alternativa abitativa né assistenziale), e a sottrarre tutti i minori ai genitori, per affidarli a una comunità. In quell’occasione, si evince dall’interrogazione, “le madri Rom, impaurite dalle parole e dall’atteggiamento degli agenti di polizia, hanno approfittato di un momento di distrazione degli agenti per mettersi in fuga con i propri bambini, scongiurando un’azione di sottrazione dei minori da parte delle Forze dell’Ordine e facendo perdere definitivamente le proprie tracce, mentre i padri e gli altri Rom sono rimasti senza alcuna meta né punto di riferimento, e alcuni di loro hanno deciso di rientrare in Romania per evitare repressioni di qualunque tipo”.
“Secondo articoli de ‘Il Messaggero’ e de ‘Il Resto del Carlino’ del 2 agosto 2008, nelle edizioni locali pesaresi, il Comune di Pesaro si era impegnato formalmente a garantire, anche ai membri del Gruppo EveryOne – organizzazione internazionale per i Diritti Umani che assisteva la comunità con una rete di attivisti – un programma assistenziale casa–lavoro per la comunità Rom in questione ed escludeva ogni azione forzosa, come per l’appunto uno sgombero. Per questi motivi la comunità Rom pesarese era rimasta nella fabbrica dismessa dove si era rifugiata da quasi un anno, in attesa dell’attuazione del piano di integrazione promesso, mai portato a compimento”.
L’on. Bernardini chiede dunque se i ministri dell’Interno e delle Politiche Sociali “siano a conoscenza dei fatti e se l’operazione delle forze dell’ordine è stata concordata con l’amministrazione comunale di Pesaro e per quali motivi nel caso di specie non si è tentato di procedere in modo alternativo e meno traumatico”, nonché “quali iniziative intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla non–discriminazione e alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme europee”.
Infine, Rita Bernardini chiede “cosa si intenda fare, vista l’evidente emergenza sociale e sanitaria esistente in numerosi campi rom, abusivi e non, al fine di salvaguardare la salute di coloro che ci vivono” e “se non si ritenga un errore gravissimo continuare ad affrontare l’emergenza rom come un problema di ordine pubblico e che di conseguenza sia necessario, con il contributo delle stesse comunità, ricercare politiche di accoglienza che favoriscano l’inserimento e salvaguardino la dignità e la cultura degli stessi”.
“Ringraziamo Rita Bernardini per essere sempre vicina alle nostre battaglie, come d’altronde tutti i Radicali in Parlamento” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Auspichiamo” concludono “che una volta per tutte si faccia chiarezza su quanto avvenuto a Pesaro, città da cui tutto ci aspettavamo fuorché la distruzione da un giorno all’altro di una tra le comunità Rom romene più emblematiche d’Italia, per l’esperienza di vita assai traumatica e il ruolo di testimoni della persecuzione presso la Commissione europea”.
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Segue il testo dell'interrogazione depositata dall.on. Bernardini, Parlamentare Radicale/PD:
INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'INTERNO MARONI E AL MINISTRO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI SACCONI
BERNARDINI
– Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
– Per sapere –
Premesso che:
– Nella mattina del 25 febbraio, a Pesaro, circa 20 tra agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale sono intervenuti in via Fermo 49, all’altezza della fabbrica dismessa dove da quasi un anno si erano rifugiati 30 Rom romeni – tra cui vittime di pesanti aggressioni e agguati razzisti, pazienti cardiopatici e oncologici dell’ospedale San Salvatore, molte donne e 9 minori, compreso un bimbo di pochi mesi – con l’obiettivo di notificare una denuncia di invasione di stabile privato e notificazione di prossimo sgombero (senza alternativa abitativa né assistenziale) e sottrarre tutti i minori ai genitori;
– Secondo gli attivisti del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i Diritti Umani incaricata ufficialmente dall’on. Viktoria Mohacsì al Parlamento Europeo di monitorare e indagare sulla condizione del popolo Rom in Italia, gli agenti avevano annunciato alle famiglie, alla presenza degli attivisti, che i bambini sarebbero stati affidati ai Servizi Sociali e quindi sistemati in una comunità. Solo le mamme, però, avrebbero potuto restare con loro, mentre i padri sarebbero stati messi in mezzo alla strada;
– Durante l’operazione di polizia, secondo le testimonianze degli attivisti di EveryOne accorsi sul posto (attestate da materiale fotografico), una giovane donna è stramazzata a terra ed è stato necessario richiedere l’intervento di un’ambulanza, mentre altre donne si lamentavano disperate e una mamma Rom nascondeva un coltello da cucina in una piega della gonna e sussurrava che si sarebbe sgozzata se l’avessero divisa dal marito. Inoltre, alcuni padri di famiglia esprimevano le loro tragiche intenzioni di darsi fuoco con taniche di benzina nel caso le loro famiglie fossero state smembrate. La preservazione dell’unità familiare fa parte infatti della cultura Rom, nonché delle leggi etiche e sociali del popolo Rom;
– E’ stata limitata e in diversi momenti interdetta dagli agenti ogni mediazione umanitaria, nonché la libertà di movimento e comunicazione, da parte degli attivisti del Gruppo EveryOne tra Rom e forze di Polizia, anche da parte di Nico Grancea, giovane attivista Rom testimone e consulente con mandato per il Parlamento europeo e organizzazioni internazionali per i Diritti Umani;
– Impaurite dalle parole e dall’atteggiamento degli agenti di polizia, le madri Rom hanno approfittato di un momento di distrazione degli agenti per mettersi in fuga con i propri bambini, scongiurando un’azione di sottrazione dei minori da parte delle Forze dell’Ordine e facendo perdere definitivamente le proprie tracce, mentre i padri e gli altri Rom sono rimasti senza alcuna meta né punto di riferimento, e alcuni di loro hanno deciso di rientrare in Romania per evitare repressioni di qualunque tipo;
– Secondo articoli de “Il Messaggero” e de “Il Resto del Carlino” del 2 agosto 2008, nelle edizioni locali pesaresi, il Comune di Pesaro si era impegnato formalmente a garantire, anche ai membri EveryOne, un programma assistenziale casa–lavoro per la comunità Rom in questione ed escludeva ogni azione forzosa, come per l’appunto uno sgombero. Tale asserzione è confermata da dichiarazioni pubbliche su quotidiani locali dell’assessore alla Sicurezza Riccardo Pascucci, del Sindaco Luca Ceriscioli e dell’assessore alla Cultura Marco Savelli. Per questi motivi la comunità Rom pesarese è rimasta nella fabbrica, in attesa dell’attuazione del piano di integrazione promesso, mai portato a compimento;
– Il Gruppo EveryOne aveva segnalato da alcuni mesi nomi, cognomi e caratteristiche della comunità Rom sia ai Servizi Sociali che alle Autorità per sollecitare un intervento assistenziale di tipo umanitario che sopperisse ai bisogni primari delle famiglie in indigenza;
Considerato che:
1. La legge 149/2001 stabilisce che lo stato di povertà della famiglia non è motivo sufficiente al fine dell'adottabilità o dell'inserimento del minore in un diverso ambiente: “Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto” (art. 1 c. 3)
2. Secondo quanto prescrive la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa 2004/38/CE, riguardante la libera circolazione dei cittadini europei all'interno degli Stati membri, le norme europee tutelano l'integrità delle famiglie e trattandosi di cittadini dell'Unione europea con residenza regolare in Romania è da escludersi in ogni sede l’adozione di procedure che possono ritardare il loro libero e volontario rientro in Patria, così come l'affidamento ingiustificato dei figli a persona o Istituzione diversa dai genitori;
3. Le norme europee che tutelano il popolo Rom sono ancora più esplicite riguardo al valore civile e sociale delle famiglie unite, come riassume la Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2007, ed è sottolineata l'importanza del nucleo familiare Rom e la sua tutela da parte delle Istituzioni nella Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i Rom;
se siano a conoscenza dei fatti e se l’operazione delle forze dell’ordine è stata concordata con l’amministrazione comunale di Pesaro e per quali motivi nel caso di specie non si è tentato di procedere in modo alternativo e meno traumatico;
quali iniziative intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla non–discriminazione e alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme europee;
cosa si intenda fare, vista l’evidente emergenza sociale e sanitaria esistente in numerosi campi rom, abusivi e non, al fine di salvaguardare la salute di coloro che ci vivono con particolare riferimento ai bambini;
se non si ritenga un errore gravissimo continuare ad affrontare l’emergenza rom come un problema di ordine pubblico e che di conseguenza sia necessario, con il contributo delle stesse comunità, ricercare politiche di accoglienza che favoriscano l’inserimento e salvaguardino la dignità e la cultura degli stessi.